I problemi da risolvere sono tanti ed in tutti i settori. In fondo si tratta di dare vita ad una specialità del tutto atipica e “nuova di zecca” per l’Esercito. E’ tutto da creare: dagli organici all’addestramento, dai criteri di selezione dei futuri guastatori all’equipaggiamento . Uniche fonti di riferimento per il Col. Steiner: le informazioni ricevute da alcuni ufficiali tedeschi sugli “sturmpionieren” germanici e le notizie raccolte sui reparti d’assalto italiani impiegati nella prima guerra mondiale .
Ma leggiamo direttamente quanto ci ha lasciato scritto sull’argomento colui che, di diritto, deve essere considerato il “padre della specialità guastatori del genio” il Col. Piero Steiner:
.."Il primo lavoro era stato quello di abbozzare un organico ed una traccia per l’addestramento. Una bozza di programma di addestramento molto più minuziosa delle abituali istruzioni.
Ciò venne fatto di proposito perché, per la formazione di reparti arditi, non basta scegliere uomini che abbiano le doti fisiche e d’animo che si reputano necessarie, ma si esige anche un addestramento accuratissimo in quanto entro certi limiti, per il successo dell’azione, è più necessario l’addestramento che il coraggio fisico. Pensare che si possa trascurare l’addestramento di scuola per apprendere in combattimento il modo migliore di impiegare le armi e di manovrare è come lo sdegnare di imparare il nuoto nelle acque tranquille di una piscina pensando che si possa farlo meglio, sotto l’assillo del rischio e con l’aiuto dello spirito di conservazione, in un mare in tempesta. Se questo è vero per tutti i combattenti, lo è particolarmente per i reparti d’assalto nei quali il soldato deve avere, delle armi e degli altri mezzi a sua disposizione, una conoscenza tecnica ed una pratica operativa perfette, così da poter compiere automaticamente, anche nelle tremende difficoltà che il combattimento crea, tutto quello che occorre per assolvere il compito……………………………….
C’è chi ancora ritiene che ardito e delinquente siano termini che si possono abbinare e che, anzi, qualche condanna sullo stato di servizio di un ardito sia una garanzia di capacità . Non esiste opinione più errata; lo dicono con me tutti quelli che hanno avuto l’onore di comandare reparti d’assalto ed ai quali è stato dato di constatare che, sovente, i coraggiosi sul campo di battaglia, fuori di lì, sono dei timidi e, viceversa, che quasi sempre i delinquenti sono dei vigliacchi. Gli unici reparti per cui non abbia mai dovuto ricorrere a locali di punizione sono appunto quelli guastatori…………………………………
I guastatori venivano scelti solo tra elementi volontari e selezionati tutti, poi, in base ai seguenti semplici criteri:
- accurato controllo delle condizioni fisiche per mezzo di una meticolosa visita medica per accertare l’esistenza dell’attitudine fisica necessaria a sopportare l’intensa fatica del combattimento e gli scoppi ravvicinati, come si richiede ad un soldato scelto;
- controllo dell’atteggiamento morale di ogni allievo. Nella prima guerra mondiale gli Arditi erano sottoposti a molte prove che dovevano servire ad accertarne il coraggio. In realtà a questi test, chi ha un sistema nervoso normale, può sottoporsi e superarli senza dare, peraltro, una chiara nozione di ciò che potrà rendere in combattimento. Perciò ho ritenuto opportuno eseguire un vaglio dei candidati atto a far intravedere la consistenza del carattere di ciascuno,
Quando i volontari giunsero alla Scuola, li riunii e senza attardarmi in saluti o discorsi patriottici esposi nel modo più scarno e realistico i compiti affidati ai guastatori mettendo in particolare evidenza quanto di coraggio, di spirito di sacrificio, di intelligenza e di fermezzafosse indispensabile per assolvere il compito, La cruda esposizione di queste difficoltà bastava per far desistere dal corso chi era venuto senza serietà d’intenti. Normalmente costoro erano circa un quinto dei giunti a Civitavecchia.
Ultima, ma non meno importante, prova per saggiare la tenuta dei nervi dei futuri guastatori: qualche bomba a mano fatta esplodere di sorpresa nelle circostanze meno prevedibili (per esempio alla distribuzione del rancio) serviva ad individuare chi non era dotato di rigoroso autocontrollo.
Oltre a ciò ho pensato, e l’esperienza mi ha confermato di essere nel giusto, che si dovesse porre una cura particolare nel non “blandire” mai il volontario, facendogli capire fin dal primo giorno che per elevarsi sugli altri non bastava essere disposti ad offrire. Bisognava realmente e concretamente dare.
Se mai, ho trovato opportuno, nei primi periodi, essere particolarmente rigido con gli allievi sottoponendoli a severe fatiche fisiche e non concedendo loro come compenso alcunché di particolare rispetto agli altri soldati, Chi tentennava di fronte a questa modesta prova, non poteva riuscire; senza esercitare pressioni in alcun senso lasciavo che partisse chi voleva…………………….
L’addestramento individuale è severissimo e molto meticoloso affìnché l’esecuzione dei gesti e degli atti tecnici necessari per l’uso dei suoi particolari mezzi ed armi divenga così familiare all ‘uomo da risultare pressoché automatico; ottenuto ciò, il guastatore, di fronte ad ogni situazione improvvisa sarà in grado di concentrare ogni risorsa d’attenzione e d’energia alla vicenda del combattimento ed alle esigenze della propria sopravvivenza, condizione primaria per conseguire l’obiettivo, senza doversi preoccupare del modo come far funzionare i mezzi a sua disposizione…………………….
I materiali d’addestramento, in un primo tempo, debbono essere quelli d’impiego individuale: bombe a mano, bombe fumogene, cariche tubolari, cariche cubiche, lanciafiamme ed armi indiviiluuli. ln un secondo tempo: armi d’appoggio…………………….
La puntigliosa ed ossessiva pratica del lancio reciproco fra guastatori di bombe a mano a breve distanza, ha dimostrato in innumerevoli episodi di attacco e di combattimento ravvicinato fino al corpo a corpo, di essere tutt’altro che una bravata; il lancio simultaneo a quello del nemico (anziché dopo lo scoppio della bomba avversaria) è sempre altamente efficace contro chi non abbia effettuato lo stesso tipo di addestramento…………………….
Gli addestramenti erano studiati molto minutamente. Avendo controllato più volte i veri effetti degli scoppi per ogni tipo di esplosivo su diversi terreni ed ostacoli ed il raggio d’azione dei vari proietti, potei limitare le distanze di sicurezza al minimo consentito, E’ stato così possibile compiere esercitazioni a fuoco veramente impressionanti senza che succedessero più che pochi incidenti considerati, peraltro, un incerto del mestiere tanto che quasi nessuno chiedeva di andare in infermeria…………………….
Una manovra a fuoco dei guastatori era uno spettacolo violento ed entusiasmante: sibili di mitraglia, scoppi di esplosivi, dardi di lanciafiamme dalla lunga atroce fiammata e, in mezzo a quel bailamme, uomini guizzanti come diavoli o fantasmi…………………….
La Scuola è stata costituita (ed ha funzionato) senza che ci fossero degli istruttori o del personale permanente. La specialità guastatori era assolutamente nuova ed all‘inizio del nostro lavoro soltanto io e l’Aiutante Maggiore avevamo qualche nozione di essa, Gli istruttori dovevano, pertanto, essere tratti dagli stessi allievi. Ciò non dette luogo al alcun serio inconveniente e non ritardò che di poco l’esecuzione del programma del primo corso. L’ostacolo fu aggirato con uno speciale ed indiretto metodo di istruzione.
Le armi, così come gli altri materiali in dotazione, vennero studiate ciascuna da un ufficiale che poi diventava l’istruttore degli altri. Le esercitazioni individuali o d’insieme venivano eseguite, davanti a tutto il corso riunito, da militari precedentemente addestrati, così che tutti vedessero come si doveva agire. Grazie all‘ottimo inquadramento di ogni reparto e la bontà degli elementi di cui potevo disporre, le cose procedettero con soddisfazione mia e di tutti.
La selezione, l’istruzione, l’addestramento e le prove per guadagnarsi il “brevetto” erano uguali per tutti, ufficiali, sottufficiali e militari semplici .
Ebbi così l’onore di addestrare nove compagnie di guastatori del genio. Ai primi di novembre del 1940, quando il 2° Corso era già cominciato, giunse d’improvviso il mio trasferimento al Comando Superiore delle FFAA. in Albania. La mia breve carriera di guastatore era finita, perché se poi, nel corso della guerra, ebbi la fortuna di ritrovare qualcuna delle mie vecchie compagnie, non potei più però averle ai miei ordini,
Fu un vero dolore per me lasciare i guastatori ed anche ora il ricordo di quei giorni mi torna con un senso di acuta nostalgia.
L’ordine di passare la specialità (e la Scuola) alla Fanteria aveva addolorato tutti anche se ognuno di noi pensava che al Genio rimaneva pur sempre l’orgoglio di aver dato vita alla specialità di averne studiato le dotazioni e l’addestramento, di aver organizzato il poligono, di aver creato, in una parola, il GUASTATORE" .