MOVM

Caporal Maggiore Guastatore Giovanni LECCIS

E’ trasferito come volontario alla Scuola addestramento Guastatori di Civitavecchia. Ottenuto il brevetto, è inquadrato nel XXXI battaglione guastatori con il quale giunge a Tripoli il 18 settembre 1941.

In Africa, partecipa con il proprio reparto prima alla battaglia della Marmarica (novembre-dicembre 1941) e, successivamente, alla battaglia d'arresto (dicembre 1941-gennaio 1942) sulla linea avanzata di Marsa El Brega-Marada. Nel giugno 1942, superata la linea Ain El Gazala-Bir Hakeim, il suo reparto è inviato sul fronte di investimento di Tobruk, a El Adem, agli ordini operativi della Divisione Corazzata "Ariete" per operare in collaborazione con l'8° Reggimento Bersaglieri.

Il 19 giugno, l'accerchiamento della piazzaforte è completato. Per il giorno suc- cessivo, Rommel ordina l'attacco in forze.

La 2° compagnia guastatori, al comando del Tenente Pasquale Leonardi, fornisce le squadre che distinte, ciascuna, in un "Nucleo Sostegno" (mortai d'assalto Brixia da 45 mm e Fucili Mitragliatori Breda) e "Nucleo Distruzione" (cariche allungate e cariche cubiche) – devono forzare i campi minati e le fasce di reticolati. Il Caporal Maggiore Leccis, in qualità di portatubi, fa parte del NucleoDistruzione, comandato dal Sergente Mario Biondi.

Alle cinque del mattino, appoggiati dal nutrito fuoco della nostra artiglieria e contrastati dal tiro delle armi automatiche avversarie, i guastatori iniziano ad avanzare velocemente verso gli obiettivi. I due portatubi esplosivi di testa – il Caporal Maggiore Giovanni Leccis ed il guastatore Renato Chiodini – superano il fossato

anticarro, raggiungono il reticolato a ridosso della ridotta nemica e vi fanno brillare sotto le prime cariche. Leccis, benché ferito tre volte, continua nell'azione sino a quando un proiettile anticarro lo colpisce in pieno petto, uccidendolo.

Per questa eroica azione, gli viene concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione:

“Di tempra unica per l’ardore, la disciplina e l’ascendente, sempre volontario nelle più dure imprese, si distingueva diverse volte nella difesa ad oltranza, lasciando avvicinare gli elementi avanzati nemici per poi annientarli col tiro infallibile delle sue armi e delle bombe a mano. Prescelto quale portatubi all’assalto di forte posizione e destinato al settore più delicato, si lanciava generosamente alla testa dei suoi uomini, calmo e sprezzante fra l’imperversare della reazione nemica. Dopo aver individuato e disarmato diverse mine che sbarravano l’accesso ai reticolati, giungeva primo sotto gli stessi e attirava su di sé il fuoco creando, con preciso lancio di bombe a mano, la cortina fumo gena. Visto cadere un compagno portatubi, s’impadroniva del suo ordigno e lo faceva brillare, col proprio, sotto il reticolato, creando una prima breccia. Poi, con veemente slancio, portava un altro tubo per ampliare il varco e veniva ferito da pallottola di fucile. Sanguinante, raccoglieva con sforzo supremo tutte le sue forze, ormai allo stremo, ed al compagno che gli si era avvicinato per soccorrerlo, sdegnosamente rifiutando ogni cura, strappava di mano il tubo esplosivo, si dirigeva ancora sotto i grovigli ed accendeva la terza carica. Nel compimento del sublime gesto, un colpo di cannone anticarro lo colpiva in pieno petto smorzando gli sulle labbra le invocazioni alla Patria e stroncando l’ardente giovinezza nella visione della vittoria. Fulgido esempio di guastatore degno degli eroi leggendari della terra sarda.” 

FRONTE DI TOBRUK  (A.S)   20 giugno 1942

La salma del Caporal Maggiore Leccis riposa ora a Gonnosfanadiga, sua città adottiva, dove è stata trasferita nel 1972.